E’ un vero è proprio “manifesto” quello pubblicato sul sito web di CNA-Fita, dalla presidente dell’associazione Cinzia Franchini che prende nettamente le distanze da altre, non precisate, associazioni, con le quali evidentemente quella da lei presieduta non ha molto da spartire e che ribadisce, vista la diversità di intenti, che è meglio essere soli che male accompagnati.
Qui di seguito pubblichiamo il testo integrale del comunicato.
E’ possibile fare qualcosa per le imprese? Tutto è possibile a condizione che ciò che si dice di voler fare vada effettivamente nella direzione, non di interessi unitari, ma di interessi reali che dobbiamo rappresentare. E’ molto semplice comprendere cosa serve all’autotrasporto e di certo CNA-Fita intende rappresentarlo in modo autentico ed ostinatamente, perché non si confonda l’autotrasporto con la rappresentazione dell’interesse della sua Rappresentanza. A noi sta a cuore ciò che interessa all’autotrasportatore e quindi: l’annullamento dei vergognosi aumenti per i pedaggi concessi ai concessionari autostradali di anno in anno fino a questo gennaio 2014, senza effettive contropartite nell’aumento dei servizi e delle manutenzioni stradali. Una seria presa di coscienza politica del dramma rappresentato da fenomeni quali il distacco transnazionale e il cabotaggio da parte di paesi che possono sfruttare condizioni di mercato insostenibili per le nostre imprese. Un costo del carburante che si possa allineare quanto meno con i paesi che con noi hanno fondato l’Europa, Germania e Francia, ma anche con paesi, come la Spagna, che condividono con noi più di altri il dramma di questa crisi economica. Un contrasto deciso all’illegalità largamente intesa che si trasformi anche in un setaccio reale e concreto per estromettere dal mercato operatori abusivi e truffatori e con loro i committenti che eventualmente ne continuano a fare uso. Tempi di pagamento assolutamente certi a garanzia di una filiera strategica e a rischio.
Non sappiamo se sono questi gli interessi unitari ma le imprese questo chiedono e noi questo intendiamo rappresentare con forza.
Quando l’interesse unitario si trasforma in proposte di garanzie bancarie di 50 mila euro per dimostrare la capacità finanziaria, oppure quando nulla si fa per contrastare gli aumenti dei pedaggi e in più si evita di erogarne i rimborsi direttamente ai telepass, quando si “svicola” la proposta di attivare la clausola di salvaguardia per contrastare l’uso scorretto e, quello sì anticoncorrenziale, di normative sul cabotaggio oppure di pratiche come il distacco transnazionale, quando si firma con “la committenza” un rinnovo del ccnl con aumenti insostenibili in questo contesto economico, quando si spinge per anni la categoria, strangolata dalla crisi, a sostenere costi minimi in cambio di onerosissimi costi legali e inutili costi politici, quando il pensiero unico dell’unitarietà liberalizza senza rete, anzi tempo, l’autotrasporto, quando alle imprese si spaccia una riforma per un regolamento condominiale di un Albo vissuto, così com’è stato fino ad ora, unicamente come un inutile costo dagli stessi iscritti, potrà non piacere ma alla Fita non interessa.
Infine nella rappresentanza dell’autotrasporto, grazie ai soliti padri nobili, onnipresenti da almeno 35 anni, oggi più che mai vige il detto “meglio soli che male accompagnati” e comunque la Fita è in ottima compagnia, quella delle imprese e degli imprenditori che vogliono realmente un cambiamento.
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