Al 1° gennaio 2013 circolavano nel nostro Paese quasi 4 milioni di autocarri e, come mostra la tabella elaborata dall’Osservatorio Airp sulla Mobilità Sostenibile, circa la metà  di questo importante parco circolante era costituito da veicoli Euro 0, Euro 1 ed Euro 2.

 

Percentuale di Euro 0, 1 e 2 sul parco circolante di autocarri

Regione

Euro 0-1-2

Euro 3-4-5

totale

%  Euro 0-1-2 sul  totale

CALABRIA

92.646

50.904

143.550

64,54

SICILIA

207.378

119.791

327.169

63,39

CAMPANIA

193.946

114.313

308.259

62,92

 BASILICATA

27.210

16.927

44.137

61,65

MOLISE

16.965

11.603

28.568

59,38

PUGLIA

128.667

90.356

219.023

58,75

SARDEGNA

66.646

56.642

123.288

54,06

 ABRUZZO

55.075

47.179

102.254

53,86

MARCHE

59.036

60.704

119.740

49,30

UMBRIA

30.800

33.596

64.396

47,83

LIGURIA

38.279

47.986

86.265

44,37

FRIULI V.G.

32.922

41.289

74.211

44,36

LAZIO

154.182

207.299

361.481

42,65

E. ROMAGNA

144.819

195.740

340.559

42,52

VENETO

139.265

188.598

327.863

42,48

PIEMONTE e VDA

142.351

205.456

347.807

40,93

TOSCANA

103.255

171.680

274.935

37,56

LOMBARDIA

216.076

396.166

612.242

35,29

TRENTINO A.A

20.386

62.876

83.262

24,48

ITALIA

1.869.904

2.119.105

3.989.009

46,88

Fonte: elaborazione dell’Osservatorio Airp sulla Mobilità Sostenibile  su dati Aci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dalla tabella emerge inoltre che vi sono forti differenze fra nord e sud del Paese. La regione con il parco autocarri più vecchio è, infatti, la Calabria seguita a distanza ravvicinata dalla Sicilia (e dalla Campania. Le regioni con il più basso numero di autocarri Euro 0, Euro 1 ed Euro 2, invece, sono il Trentino Alto Adige (24,48%) e la Lombardia (35,29%) che mostrano una quota di molto inferiore alla media nazionale.

Secondo l’Osservatorio Airp sulla Mobilità Sostenibile, la difficile situazione economica ed il conseguente calo dei volumi dello scambio delle merci hanno imposto alle aziende un rallentamento del ciclo di rinnovo del parco autocarri del nostro Paese. Resta però il fatto che, pur nella difficile situazione economica attuale, il trasporto su gomma delle merci nel nostro Paese (quasi il 90% di quello totale) continua a rivelarsi, oltre che il tipo di trasporto più diffuso,  anche la modalità di  gran lunga  più flessibile ed idonea per assicurare la movimentazione delle merci sul nostro territorio.

Avere mezzi immatricolati prima del 2001, cioè Euro 0, Euro 1 ed Euro 2, significa però avere un parco circolante con un impatto ambientale molto  maggiore rispetto a quello che si avrebbe con veicoli di nuova generazione ed anche la sicurezza può risentirne.  Con un parco molto vecchio cresce  anche la domanda di assistenza e manutenzione periodica degli automezzi, voci da monitorare con grande attenzione per poter contenere i costi. Per quanto riguarda, invece, la riduzione dell’impatto ambientale è necessario che, da subito, le aziende di trasporto provvedano alla gestione del proprio parco autocarri in modo tale da ridurne l’effetto negativo sull’ambiente e sulla sicurezza. Molto si sta facendo a tal proposito grazie anche all’innovazione tecnologica che, negli ultimi anni, ha interessato tutto il mondo dell’autotrasporto e che ha come obiettivo anche la riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2. Ciò riguarda anche i pneumatici ed a questo proposito una delle soluzioni più efficienti rimane l’utilizzo di pneumatici ricostruiti che hanno non solo un’alta valenza economica, ma anche un’importante valenza ecologica in quanto la ricostruzione di un pneumatico consente di rallentare lo smaltimento di pneumatici usati potenzialmente inquinanti. Tutto ciò naturalmente senza pregiudicare la sicurezza dato che i pneumatici ricostruiti, grazie a normative internazionali, vengono sottoposti ai medesimi  test e controlli di quelli nuovi.

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