Nella giornata di lunedì 15 luglio 2013 si è concluso il processo a carico dei vertici dell’Anas per la morte di Marcello Ciarrocchi, il camionista 38enne di Ripatransone, provincia di Ascoli Piceno, che nel 2005 morì dopo essere precipitato con l’autocisterna da ponte Vezzola. Gli imputati sono stati tutti assolti perchè il fatto non sussiste.
Riportiamo qui di seguito l’articolo sulla vicenda del quotidiano Il Tempo, firmato da Alessia Marconi.
Camionista morto, nessun colpevole
Tutti assolti perchè il fatto non sussiste. Si è concluso così, ieri mattina, il processo a carico dei vertici dell’Anas per la morte di Marcello Ciarrocchi, 38enne di Ripatransone, sposato e padre di due figli piccoli, che nell’agosto del 2005 morì dopo essere precipitato con l’autocisterna da ponte Vezzola. Una morte per la quale non ci sono dunque responsabili, anche se per conoscere le motivazioni dell’assoluzione emessa dal giudice monocratico Domenico Canosa si dovrà attendere il deposito della sentenza, per il quale il magistrato si è riservato 90 giorni. A processo, per una tragedia che all’epoca destò enorme scalpore, erano finiti ben sei dirigenti tecnici dell’Anas che a vario titolo lavoravano nel settore manutentivo responsabile della statale 81, tutti accusati di omesso controllo ed omicidio colposo: Sandro Sellecchia, Lorenzo De Paolis, Angelino Fastiggi, Vincenzo Consalvo, Angelo Zangari e Antonio Tempesta, per i quali ieri mattina, al termine della requisitoria, il pm di udienza aveva chiesto il non doversi procedere per prescrizione e che sono stati invece tutti assolti con formula piena.
L’incidente che costò la vita a Marcello Ciarrocchi avvenne il 18 agosto del 2005, all’imbocco del ponte. Secondo quanto ricostruito all’epoca dei fatti dalla polizia stradale, alla quale il pm Bruno Auriemma, titolare del fascicolo, aveva affidato le indagini, il camion cisterna carico di gas guidato dal camionista procedeva in direzione Teramo quando ad un tratto agganciò con la parte posteriore una spalletta del ponte avvitandosi su se sesso e precipitando nel letto del fiume. Un volo che fu fatale per Ciarrocchi, morto sul colpo a causa della gravità delle ferite riportate, con i soccorsi che non poterono far altro che constatare il decesso dell’uomo. Una morte sulla quale la Procura di Teramo aprì immediatamente un’inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati ben sette dirigenti dell’Anas (uno dei quali era già stato assolto nel corso del processo con rito abbreviato). Un’inchiesta che ha visto susseguirsi diverse perizie, con la famiglia del camionista che dopo essersi costituita parte civile nel corso dell’udienza preliminare era uscita dal processo in seguito ad un risarcimento da parte dell’Anas. Il procedimento è così andato avanti senza parte civile, con il giudice Domenico Canosa che in una delle prime udienze aveva disposto anche l’acquisizione del cronotachigrafo dell’autocisterna e che ieri ha assolto tutti gli imputati.
Alessia Marconi
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