Apprendiamo dalla versione on-line de La Gazzetta di Modena che, ad un anno di distanza dal precedente episodio, è stato ancora una volta recapitato un proiettile alla presidentessa di Cna-Fita, Cinzia Franchini. 

La busta con il bossolo, apprendiamo, è stata recapitata non direttamente a lei ma allo studio romano del suo legale.

A La Gazzetta di Modena, Cinzia Franchini ha dichiarato: «Che ormai ci siano infiltrazioni mafiose e camorristiche nel settore degli autotrasporti è purtroppo un fatto conclamato, evidente, così reale che sembra quasi una normalità. Eppure non si sta facendo nulla. Mi riferisco ad un intervento legislativo, ad una forte riscrittura delle regole che caratterizzino il nostro settore. È persino troppo facile che si creino infiltrazioni: deve intervenire il legislatore a creare le condizioni, a stabilire diktat e regole per il settore troppo esposto, sempre nel mirino». Non si piega certo, dopo il secondo atto intimidatorio, la presidentessa che rilancia e, senza fare polemica, invita a riflettere: «Purtroppo si parla di questo fenomeno, quello delle infiltrazioni mafiose nel settore degli autostrasporti e non solo, soltanto quando avvengono fatti eclatanti, come attentati, atti di criminalità, fatti violenti o minacce pesanti: se ne parla finchè dura l’eco di questi avvenimenti poi tutto torna in silenzio. È qui che non si deve abbassare la guardia, è passata l’ondata che si deve costruire e combattere. Eppure, devo dire, che mi sono trovata quasi sempre da sola a portare avanti questo discorso, questa battaglia. Soltanto con la Cgil siamo sulla stessa frequenza e siamo spesso concordi e attivi su questo fronte. Ora aspettiamo finalmente un governo che intervenga, che legiferi per questo settore per il quale ho già messo sul tavolo parecchie proposte specifiche di intervento. Per sottolineare come sia difficile vincere l’indifferenza e la tendenza a sottovalutare, a non voler vedere basta considerare quello che accade a me personalmente. Non ho voluto parlare tanto in giro della precedente lettera con i proiettili e farò così anche con quest’ultimo episodio perché mi sono sentita dire, sono stata come accusata, in sostanza, di utilizzare questi avvenimenti a mio vantaggio. Un modo per mettermi in mostra, per farmi pubblicità, usare la minaccia mafiosa per ricavarne una specie di audience, dei crediti per il mio ruolo e la mia posizione…». 

Attraverso queste righe, desideriamo esprimere tutta la solidarietà di camionistionline.com a Cinzia Franchini.

 

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