Il Comitato Centrale dell’Albo Autotrasportatori dovrà, a breve, determinare le quote albo 2017, vale a dire la somma che le aziende, come ogni anno, dovranno versare per mantenere la propria iscrizione in seno all’Albo. Sull’argomnto è intervenuta l’associazione Anita, nella persona del suo presidente Thomas Baumgartner.
Così il presidente di Anita: “Il settore è vessato da oneri, lacci e lacciuoli che non trovano eguali in altri Paesi europei e che rendono l’autotrasporto italiano ingessato e poco competitivo. Perdiamo quote di mercato in Europa e rischiamo che la logistica e i trasporti diventino sempre più prerogativa dei nostri competitori d’Oltralpe”.“La categoria sta discutendo proprio in questi giorni con i vertici del MIT le soluzioni più idonee per favorire il recupero di efficienza e competitività degli operatori nazionali, in un mercato sempre più complesso e dai confini sempre più ampi che in Italia è gravato da maggiori oneri, sia in termini di costi che di regole: basti pensare ai costi per immatricolare un autoarticolato in Italia, dove si spendono mediamente più di 1.500 euro tra IPT e PRA, o alla distanza normativa in materia di sicurezza sul lavoro nei magazzini, o alla normativa nazionale sulle merci deperibili, solo per citare alcuni esempi”.
“Ogni risparmio, anche se piccolo, produce su grandi numeri una riduzione dei costi di esercizio che ci fa fare un passo avanti nella sfida competitiva. Auspico pertanto – ha concluso Baumgartner – che anche nella determinazione della quota di iscrizione all’Albo, le Associazioni di rappresentanza si facciano responsabilmente carico della necessità di un segnale tangibile che tenga conto dello scenario in cui operano le imprese e che al tempo stesso sia coerente con gli obiettivi sulla regolarità e il miglioramento delle condizioni di esercizio delle imprese, da realizzare nel 2017”.
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