L’onorevole Silvia Velo, che nella scorsa legislatura ha ricoperto l’incarico di vice-presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, ed attualmente, nello stesso ramo del Parlamento ricopre l’incarico di vice-presidente del gruppo del Partito Democratico, ha presentato un’interrogazione tesa a contrastare gli effetti dell’aumento tariffe del PRA che rischia di penalizzare ancora il settore dell’autotrasporto.
Silvia Velo dichiara infatti che: “In seguito all’aumento del 30% delle tariffe del PRA (per la tenuta del registro, rilascio certificati, visure e ispezioni), chiediamo al ministro delle Infrastrutture misure urgenti per risparmiare dalla riorganizzazione del settore, eliminando duplicazioni di strutture, archivi, documenti e procedimenti. Gli aumenti devono compensare l’interruzione dei pagamenti all’Automobile Club d’Italia da parte delle Province che prima provvedevano alla gestione dell’imposta provinciale di trascrizione sulle formalità del pubblico registro automobilistico. Il forte incremento delle tariffe – rimaste sostanzialmente invariate per 19 anni – secondo i calcoli delle associazioni degli autotrasportatori, costerà alla mobilità (autovetture e mezzi pesanti) dai 40 ai 50 milioni di euro circa. Per questo le associazioni propongono l’unificazione di due servizi pubblici, oggi distinti (come già indicato all’unanimità dalle commissioni parlamentari); la soppressione di inutili duplicazioni di competenze potrebbe determinare un risparmio, per i cittadini, di circa 200-300 milioni all’anno. Anche le associazioni che rappresentano gli studi di consulenza per la circolazione dei mezzi di trasporto contestano le nuove tariffe del pubblico registro automobilistico che determinano un aumento rilevante – improvviso e inaspettato – dei costi a carico degli utenti della strada e delle imprese private, già gravemente penalizzate dalla crisi dell’auto: queste associazioni segnalano inoltre che i costi relativi agli adempimenti amministrativi sono in realtà, nella maggior parte dei casi, a carico del servizio fornito dagli STA privati e non del PRA, beneficiario dell’incremento tariffario. Va ricordato inoltre che la decisione del Ministero dell’Economia e delle Finanze di inasprire le tariffe PRA è stata disposta con decreto senza preventiva intesa con il Ministro delle infrastrutture e trasporti e senza concertazione con le associazioni delle categorie interessate e degli studi di consulenza”.
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