L’associazione Trasportounito ritiene che sarebbero più utili leggi adeguate e i dovuti controlli sulla committenza rispetto ai soldi che ogni anno l’autotrasporto si vede assegnare secondo quanto previsto dalla Legge Finanziaria (oggi Legge di Stabilità) che in realtà, secondo Trasportounito, sono soltanto il prezzo che viene pagato per mascherare una normativa inadeguata ed impedire al settore di svilupparsi davvero.
Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale del comunicato.
Da oltre 20 anni alcune associazioni dell’autotrasporto chiedono soldi “per la categoria”. Governi di destra, di sinistra e di centro ad ogni finanziaria (oggi Legge di Stabilità) si sono dovuti misurare sulla quantità di denaro da assegnare “alla categoria”. E’ stato per anni il prezzo da pagare per mascherare una normativa sempre più inadeguata, per garantire protezioni alla committenza (industria, distribuzione ecc�), e impedire al settore di svilupparsi secondo una regolata logica di mercato.
La qualità delle leggi che regolano l’attività di trasporto merci sulle strade è oggi pessima, inapplicabile e progettata su misura per consentire a chi commissiona servizi di trasporto merci su strada, la facile possibilità di eludere e non rispettare norme fumose, tutelando solo ed esclusivamente interessi di parte. Il tutto in una latitanza totale di controlli da parte dello Stato.
Una strategia precisa per trasformare una filiera in un mercato degli schiavi:
1. tanti protocolli autoreferenziali. A volte con dichiarazioni di pace sociale;
2. tanti soldi erogati dallo Stato. Alle imprese di autotrasporto solo gocce perché sempre più deboli e ricattabili;
3. norme infide e inapplicabili. Frutto di eccessive mediazioni e accordi sottobanco;
Risultato: imprese in cronica sofferenza finanziaria, che chiudono e riaprono per nascondersi da equitalia & C., imbrogliano per sopravvivere, non credono al futuro e neanche ci sperano più.
Risultato finale: un lavoro ormai precario, sottopagato e non tutelato, che si svolge in un ambiente sempre più degradato e sfigurato nella dignità umana e imprenditoriale.
In vent’anni lo Stato ha buttato nel buco nero dell’autotrasporto oltre 6 miliardi, qualcosa come 400 milioni di euro all’anno. Quanti di questi soldi sono arrivati nelle casse delle imprese? di Quanti ha beneficiato la Committenza? In quali rivoli si sono persi?
Ad esclusione delle risorse strutturali (accise, ecc…) è il momento di porsi interrogativi seri.
Ma non è più giusto e più corretto costruire le condizioni affinché sia il mercato a pagare adeguatamente i servizi di autotrasporto ? E quindi un sistema di regole chiare e definite, con sanzioni certe ed applicate, non sarebbe più utile ad un Paese che si ritiene ancora civile ?
Per fare un esempio: vale di più il pagamento, reso obbligatorio, a 30 giorni data fattura o lo sconto sui pedaggi autostradali ? vale di più la remunerazione certa delle attese al carico/scarico o il recupero del Ssn sulle polizze Rca ? Vale di più un sistema di copertura dei costi di produzione dei servizi o le risorse da assegnare agli investimenti ?
Con un quadro normativo serio e coerente la finalizzazione delle risorse economiche assumerebbe un significato strutturale certamente diverso. E’ il caso di investimenti mirati, di infrastrutture, comprese quelle del mare (Sicilia, Calabria e Sardegna), di interventi mirati alla strutturazione ed al dimensionamento delle imprese.
La legge di Stabilità 2014, di cui si discute in questi giorni, ha assegnato all’autotrasporto ben 330 milioni di euro. Anziché i classici 400 milioni che sono stati stanziati negli ultimi sette anni. I vertici di qualche associazione di categoria si sono lamentati, e nel comunicare la loro lamentela, hanno fatto cenno (come forma di velata minaccia) al fermo proclamato da Trasportounito dal 28 al 31 di ottobre 2013.
Ma proprio a questi, che hanno accompagnato l’autotrasporto sulla via della disperazione, Trasportounito risponde in modo chiaro e inequivocabile: “non accettiamo di essere usati come la testa di turco per battere cassa al portone del Governo”. Se hanno la forza, il “patto coi lupi” se lo fanno da soli.
Noi sosteniamo la linea delle “buone regole” e dei “controlli ai committenti”. Tutto ciò che è stato scritto sull’autotrasporto, nell’ultimo decennio, nelle colonne delle Gazzette Ufficiali o è da cancellare, o è da stravolgere e modificare.
Basta con gli inganni, basta con chi in modo fraudolento si è preso gioco della categoria.
ML
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